Vorrei concludere con un tranchant “il rock è morto”, ma la verità è molto peggiore.
E cioè che il rock è in demenza senile da un bel po’, e continuerà a vivere trascinandosi in questo stato ancora per molto. Occasionali sprazzi di lucidità o piacevoli momenti passati insieme (i primi nomi recenti che mi sovvengono: Marcus King Band, Tedeschi Trucks Band, Riot City) non cambiano le cose, purtroppo.
Abbiamo un nonno demente, ragazzi, e dobbiamo curarcelo, perché è pur sempre un nostro parente e gli vogliamo bene, per quello che è stato ma, tutto sommato, anche per quello che è.
Per questo motivo non vale la pena di perdersi in discussioni dietro, ad esempio, la portata salvifica dei Greta Van Fleet, ma continuare la caccia. Perché non riuscire a emozionarsi con e per la musica è come essere morti. E di allegri ragazzi morti ne abbiamo già fin troppi.
Solo un pensiero. Uno, ogni tanto.
Dai dai che qualcosa da salvare c’è ancora!
Certamente. Ma questo non cambia lo stato di cose, mi pare; e sarei lieto che non fosse così.